La Centrale Montemartini
Voluta dal sindaco Ernesto Nathan, nel 1912 nasce la prima centrale termoelettrica pubblica di Roma e viene dedicata a Giovanni Montemartini, assessore ai servizi tecnologici. Si trova sulla via Ostiense, molto vicina alla sponda del Tevere, così da avere il giusto apporto di acqua per il funzionamento delle macchine. Durante la guerra, l’impianto sfuggì ai bombardamenti alleati e fu l’unico su cui la città poté contare nel periodo immediatamente successivo alla Liberazione. A metà degli anni ’60, non più economicamente e produttivamente conveniente, la centrale venne dismessa e fu anche avanzata l’ipotesi del completo abbattimento.
Alla fine degli anni ’80, la dirigenza dell’ACEA, il primo operatore del servizio idrico italiano, decise di avviare una ristrutturazione dell’edificio. Alcuni ambienti furono utilizzati come magazzini, altri per uffici e sale per la didattica. Nel 1997 avvenne la vera e propria svolta nell’utilizzo del fabbricato. Dato che alcune sale dei Musei Capitolini dovevano essere sottoposte a restauro, la Sovrintendenza dei Beni Culturali decise di trasferire le opere nella centrale Montemartini, organizzando una mostra chiamata “Le Macchine e gli Dei”. Fu una grande occasione per non privare i visitatori della possibilità di vedere molte opere classiche, fra le quali 400 statue romane, epigrafi e resti di mosaici. La mostra ebbe un grande successo di pubblico per questo connubio tra classico e moderno e quindi divenne un Museo permanente.
Nel novembre del 2016, in seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione, il museo è stato ampliato con l’apertura di una nuova sala, dove sono esposte le famose carrozze del treno di Pio IX. La Centrale Montemartini è considerata uno straordinario esempio di riconversione di un edificio di archeologia industriale in sede museale.
In 1912 the first public thermoelectric plant of Rome was founded. It was commissioned by the mayor Ernesto Nathan, and it was dedicated to Giovanni Montemartini, councilor for technological services. It is placed on the Via Ostiense, very close to the Tiber side in order to have the right amount of water for the operation of the machines. During the War, the plant got away from allied bombing and it was the only one which the city could count on in the period immediately following the Liberation. In the mid-1960s, being no longer economically and productively convenient, the plant was decommissioned with the hypothesis of a complete demolition.
At the end of the 1980s, the management of ACEA, the first national operator of the Italian water service, decided to start a renovation of the building. Some rooms were used as warehouses, others for offices and workshops. The real turning point in the use of the building took place in 1997. Given that some rooms of the Capitoline Museums had to be restored, the Superintendency of Cultural Heritage decided to transfer some of its masterpieces to the Montemartini plant, organizing an exhibition called “Le Macchine e gli Dei”. It was a great opportunity not to deprive visitors of the opportunity to see many classical works, including 400 Roman statues, epigraphs and remains of mosaics. It was a great success with the public for this combination of classic and modern: that’s why the exhibition became a permanent museum. In November 2016, following some renovations, the museum was enlarged with the opening of a new room, where the famous carriages of Pius IX’s train are exhibited. The Centrale Montemartini is considered an extraordinary example of conversion into a museum of an industrial archeology building.