Il 10 maggio 1838, alla presenza del Granduca Leopoldo II , della Granduchessa Maria Antonia, della sorella del Granduca Maria Luisa, e delle figlie di primo letto Maria Carolina e Augusta Ferdinanda, nonché della corte e di numerose autorità religiose e amministrative, fu tenuta la solenne consacrazione della Chiesa di San Leopoldo, tra la commozione del Granduca che partecipò alla gioia della nuova popolazione.
Nel 1835 Alessandro Manetti venne nominato architetto responsabile del cantiere per la costruzione della Chiesa di San Leopoldo, insieme al genero Carlo Reishammer.
La chiesa con canonica rappresenta un precoce prototipo di architettura del ferro. Qui il funzionalismo del metallo si unisce all’ornamento, dimostrando che la ghisa è in grado di conciliare entrambe le questioni.
La contrapposizione della leggerezza eclettica del pronao e il corpo monolitico in travertino rappresenta un aspetto di grande modernità stilistica presente in questo edificio.
Il pronao, ispirato all’impianto brunelleschiano della Cappella Pazzi di Firenze, si esprime come una sorta di manifesto delle potenzialità realizzative della fonderia.
Seguendo la filosofia architettonica di Carlo Reishammer, ogni singola componente dell’edificio risulta autonoma e si rinuncia definitivamente all’unità progettuale rinascimentale e barocca.
The solemn consecration of the Saint Leopold’s Church was held on May 10, 1838 in the presence of the Grand Duke Leopold II, the Grand Duchess Maria Antonia, Grand-Duke’s sister Maria Luisa, the eldest daughters Maria Carolina and Augusta Fernanda, as well as the court and numerous religious and administrative authorities.
Leopold II took part to the joy of the new population with great emotion.
In 1835, Alessandro Manetti was appointed architect and site manager for the construction of Saint Leopold’s Church. Working beside him was his son-in-law, the architect Carlo Reishammer.
The church with the rectory is a very early example of cast-iron architecture.
Here the functionalism of iron joins the decoration, showing that it can combine both matters.
The lightweight grace of the pronaos contrasts the monolithic travertine and this represents an element of great stylistic modernity in the building.
Taking its inspiration from the design of Brunelleschi’s Pazzi Chapel in Florence, the pronaos speaks to us like a statement of the potential production of the foundry.
Following the Carlo Reishammer’s architectural philosophy, every single part of the building appears independent, definitively doing away with the unity of design characterising Renaissance and Baroque architecture.